Lejos de crear algún tipo de alienación ;) a quien lea este post, quería dar un ejemplo, una escena de bilingüismo dentro de una familia numerosa.
Vi assicuro che alle 8 del mattino, appena sveglia, con Eduardo che mi parla (in spagnolo) del suo migliore amico; con Rafael che grida (nella sua propria lingua) perché non trova il suo peluche panda; con Veronica (troppo buona) che piange per dirmi che ha già vuole il biberon; e ovviamente con mio marito, in spagnolo. Vi assicuro, dicevo, che in questa situazione già non so che lingua parlo e con chi.
Inizialmente, quando c'era meno confusione (e figli) in casa, io parlavo in spagnolo con mio marito (che capisce l'italiano), ma poi per non impazzire passando da una lingua all'altra, ho scelto di parlare solamente in italiano, seguendo il principio, un po' egoista, del "chi mi ama, mi segua". Quello che voglio dire è che la scelta della lingua in casa deve essere funzionale e pratica per evitare lo stress.
Non volevo creare alienazione ;) a chi legge questo post, ma piuttosto dare un esempio, una scena di bilinguismo all'interno di una famiglia numerosa.
Beh, devo dire che ho saputo anche di esperienze in cui in casa ci si "divide le lingue", ad esempio il padre di lingua straniera parla con il bimbo nella sua lingua e la madre fa altrettanto, consentendo al bimbo di distinguere. Credo comunque sia sempre vero che ogni bambino sia diverso e che ciò si riveli anche nella reazione dei bimbi a una educazione bilingue, in casi in cui il bimbo inizia a parlare con un pò di ritardo rispetto ai coetanei o in cui si crea una sua lingua, che a suo modo vuole essere un contributo "infantile" alle lingue che sente. In entrambi i casi il risultato è buono perchè quando il bimbo inizia a parlare, come il tuo Edu, non ha grossi problemi, come se avesse "scaldato" il motore prima di accenderlo. In altri come il tuo Rafa la fretta porta a una sorta di Esperanto, un nodo-snodo linguistico che poi col tempo si scioglie. In entrambi i casi con le dovute cure (letture in lingue diverse, giochi, interazioni etc) si sviluppano bimbi bilingui e a volte trilingui (padre francese, madre italiana, paese di lingua inglese).
ResponderEliminarPS Trovo questo blog una idea grandiosa!!!Grazie Dani!!! MGrazia
Grazie mille MariaGrazia per il tuo intervento utilissimo e appropriato. Tanto, che penso di tradurlo qui in spagnolo:
Eliminar"Pues, tengo que decir que he sabido de experiencias en las que en casa se "reparten los idiomas", por ejemplo el padre con idioma extranjero habla con el niño en su idioma y la madre hace lo mismo, dejando al niño distinguir. Igualmente creo que cada niño sea diferente y que esto se demuestre en la relación de los niños en la educación bilingüe, en casos en que el niño empieze hablando con algo de retraso respecto a sus coetáneos o en que se crea su propio idioma, como una especie de contribución "infantil" a los idiomas que oye. En ambos casos el resultado es bueno, porque cuando el niño empieza a hablar, como tu Edu, no tiene muchos problemas, como si hubiera "calentado" el motór antes de encenderlo. En otros, como tu Rafa, la prisa lleva a una especie de Esperanto, un nudo lingüístico que con el tiempo se desata. En ambos casos con las debidas atenciones (lecturas en idiomas diferentes, juegos, interacciones, ecc.) se desarrollan niños bilingües o incluso trilingües (padre francés, madre italiana, país de idioma inglés). PS. Encuentro este blog una idea genial!!! Gracias Dani!!! MGrazia